“Una totale negazione dei diritti fondamentali delle persone e dei migranti”

di Fiona Kendall, European and Legal Affairs Advisor, Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Mediterranean Hope - Programma rifugiati e migranti

Foto Flickr - GUE/NGL

Bruxelles (NEV), 17 aprile 2019 – Il 9 aprile il Parlamento europeo a Bruxelles, su invito del Gruppo parlamentare della Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica, ha ospitato il Tribunale permanente dei popoli (TPP) per presentare le sue conclusioni sulla violazione dei diritti umani dei migranti e dei rifugiati. Giudici del TPP, membri del Parlamento europeo e rappresentanti della società civile hanno contribuito alla vivace audizione, a seguito della quale si è tenuta una dimostrazione a sostegno dei migranti a Rond-Point Schuman.

Un’ampia rete di organizzazioni ha presentato al Tribunale dei popoli una imputazione congiunta nel 2017. Da allora, il PPT ha raccolto la testimonianza di oltre 500 persone in udienze a Palermo, Barcellona, ​​Londra e Parigi. A ogni audizione sono seguite severe sentenze, ciascuna incentrata su aspetti specifici della politica migratoria europea. Questa 45ª sessione del TPP non ha esitato a stabilire un legame diretto tra la politica dell’UE, le azioni nazionali e l’attuale sofferenza dei migranti che tentano di raggiungere l’Europa e vivere in Europa.

Nel suo rapporto finale il TPP ha richiesto:

  • una revisione completa delle politiche economiche, migratorie e d’asilo dell’UE, per consentire lo sviluppo dei paesi dai quali i migranti fuggono;
  • procedure pubbliche e trasparenti per la conclusione di accordi che coinvolgono pienamente il Parlamento europeo;
  • una moratoria su tutti gli accordi, come l’accordo Italia-Libia, privo di controllo pubblico;
  • la fine dell’ostilità e della criminalizzazione delle ONG coinvolte nelle attività di ricerca e soccorso (Search and Rescue – SAR);
  • sospensione delle misure volte a ostacolare l’azione solidale delle organizzazioni umanitarie della società civile;
  • azione per contrastare le pratiche che alimentano la xenofobia, l’odio e un contesto ostile.

Sottolineando il fatto che quella che viene spesso chiamata crisi migratoria è, in realtà, una profonda crisi all’interno dell’UE, il TPP ha rilevato la contraddizione tra l’impegno dichiarato dell’UE per l’universalità dei diritti fondamentali e la sua adozione di politiche che ignorano o violano quelle di rifugiati e migranti.

Sono state mosse delle critiche alla politica migratoria italiana, in particolare per le azioni intraprese per bloccare e respingere navi delle ONG, per gli accordi con la guardia costiera libica e il memorandum tra Italia e Libia del 2 febbraio 2017, a partire dalla cui data hanno avuto luogo innumerevoli morti, deportazioni, sparizioni, incarcerazioni arbitrarie, torture, stupri e messa in schiavitù di migranti.

Immagine tratta dal sito del Tribunale permanente dei popoli (TPP)

Il Tribunale permanente dei popoli non ha alcuna forza legale – né è vincolato da definizioni legali standard e dalla giurisprudenza. È quindi in grado di sostenere che “i crimini di sistema” sono stati commessi dall’UE: “tragici effetti delle politiche economiche e delle decisioni che sacrificano i diritti fondamentali”.

Tali diritti non dovrebbero mai, ha detto il tribunale, “essere sacrificati con il pretesto della sicurezza, solo come mezzo per racimolare voti”. La UE da sola ha i mezzi per creare e attuare politiche e interventi strutturali necessari per affrontare i fattori che guidano la migrazione. Tuttavia, mentre l’approccio dell’UE al fenomeno migratorio rimane frammentato, l’opportunità di generare cambiamenti rischia di andare persa. In queste circostanze, l’importanza delle prossime elezioni europee e il ruolo futuro del Parlamento nel guidare il cambiamento non possono essere sottovalutati.

È possibile consultare le accuse, le sentenze e il documento finale qui: https://bit.ly/2IyYS4p

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