Roma (NEV), 3 ottobre 2020 – È online su Interris.it un’intervista al presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro. Firmata da Giacomo Galeazzi, l’intervista spazia dal senso della fede alla domanda di spiritualità emersa durante il lockdown, ma parla anche di futuro, di proposte e del bisogno di lavorare insieme per il bene comune.
Luca Maria Negro parla dell’esigenza di “rivolgersi alla Parola di Dio per essere sfidati a cambiare”. Serve quindi “non una fede consolatoria. Ma una fede che si mette in discussione. Che si chiede il perché, che mira a trasformare la realtà. Un po’ nella linea del saggio di Paolo Giordano ‘Nel contagio’. Un libro che pur avendo un tono sostanzialmente ‘laico’ si conclude con una citazione biblica: ‘Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio’ (Salmo 90)”.
Insegnaci a contarli per cosa? Risponde il pastore: “Per fare un uso migliore del nostro tempo. Per pensare ciò che la normalità ci impedisce di pensare: come siamo arrivati qui, come vorremo riprendere. La vera paura di Giordano, come si legge in copertina, è che la paura passi invano, senza lasciarsi dietro un cambiamento”.
Nell’intervista, Negro cita anche due importanti documenti, esempi di collaborazione ecumenica al tempo del covid. Il ‘Messaggio ecumenico di Pasqua’, intitolato ‘Non abbiate paura’, sottoscritto l’8 aprile 2020 dal vescovo responsabile per l’ecumenismo, monsignor Ambrogio Spreafico, dall’arcivescovo greco-ortodosso Ghennadios e dallo stesso Negro a nome della FCEI. E il documento ecumenico elaborato da un gruppo di credenti cattolici e protestanti di Milano intitolato ‘Radicarsi nel nuovo. Un documento ecumenico per il dopo Covid’.
In conclusione, afferma Luca Maria Negro, la pandemia ci ha mostrato “gli aspetti chiaramente patologici del nostro stile di vita personale e collettivo”, in una crisi che rischia di essere irreversibile e richiama a un impegno immediato e comune delle chiese, dei cittadini e delle istituzioni, secondo il presidente FCEI, su queste aree: vecchie e nuove povertà; profughi, migranti e cittadinanza; sanità; crisi ambientale; cura e salvaguardia del creato; Europa.
Occorre “agire e mettere a frutto i nostri doni al servizio del bene comune. Facendo la nostra parte. Evitando di soffocare precocemente il desiderio di rinascita a causa dell’insidioso richiamo a tornare alla ‘normalità’ malata di prima”…
Leggi l’intervista integrale di Giacomo Galeazzi su Interris.it