La Svizzera decide su multinazionali, armi e informazione

Sostegno del Sinodo della Chiesa evangelica riformata in Ticino alle iniziative popolari in votazione il 29 novembre. La preoccupazione per i tagli ai programmi religiosi

Foto tratte da iniziativa-multinazionali.ch

Roma (NEV/voceevangelica.ch), 26 ottobre 2020 – Nel corso del Sinodo della Chiesa evangelica riformata in Ticino (CERT), riunitosi in seduta ordinaria autunnale, si è parlato di multinazionali, armi e informazione religiosa.

Lo scorso luglio, il Consiglio federale svizzero ha deciso che il 29 novembre 2020 saranno sottoposte al “voto di Popolo e Cantoni” l’iniziativa popolare “Per imprese responsabili – a tutela dell’essere umano e dell’ambiente” e l’iniziativa popolare “Per il divieto di finanziare i produttori di materiale bellico”.

Già a settembre, le Chiese e i servizi di assistenza sociale e diaconale facenti parte della Federazione delle chiese protestanti svizzere (FCES) avevano aderito alla piattaforma di iniziativa per le “multinazionali responsabili” (coalizione attiva dal 2011 che raccoglie circa 50 organismi). Il voto del prossimo 29 novembre potrebbe portare a ritenere una società con sede in Svizzera responsabile per danni commessi anche dalle sue filiali all’estero.

“Le problematiche sollevate dall’iniziativa per multinazionali responsabili toccano temi legati alla giustizia, alla salvaguardia del creato e alla difesa dei diritti umani – ha affermato il presidente del Consiglio sinodale della CERT, pastore Tobias Ulbrich -, e dunque interpellano la coscienza cristiana”. Nell’approfondimento a firma Paolo Tognina su voceevangelica.ch si legge ancora: “Il Sinodo condivide gli obiettivi dell’iniziativa popolare e ritiene che la politica debba farsi carico di tale emergenza legiferando in modo che ci sia un maggior controllo e vigilanza nei processi produttivi delle multinazionali con sede in Svizzera”.

Il Sinodo ha anche esaminato la questione dei tagli operati dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI) nei confronti dei programmi religiosi, esprimendo preoccupazione. A essere colpito risulta anche il settimanale televisivo “Segni dei Tempi”, che ha visto il proprio budget severamente ridotto.

Leggi l’articolo di Paolo Tognina su voceevangelica.ch