Usa 2020, il giorno dopo l’assalto al Congresso

Il Consiglio ecumenico delle Chiese ha condannato "la violenza che minaccia gli Stati Uniti", esprimendo il suo sostegno alle chiese "sulla via della pace"

foto di Joshua Sukoff, unsplash

Roma (NEV), 7 gennaio 2021 – “La politica populista divisiva di questi ultimi anni ha scatenato forze che minacciano le basi della democrazia negli Stati Uniti e – nella misura in cui rappresenta un esempio per altri paesi – in tutto il mondo. Per tanto questi sviluppi hanno implicazioni che vanno ben oltre la politica interna americana e costituiscono una grave preoccupazione internazionale”. Con queste parole, il giorno dopo l’assalto al Congresso nordamericano e le gravi proteste a Washington, nel corso delle quali sono morte quattro persone, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) condanna quanto accaduto nella Capitale Usa.

Il Consiglio ha rivolto poi un appello a chi soffia sul fuoco, esortando “i responsabili delle violenze odierne a desistere e a tornare al discorso civile e ai processi democratici stabiliti, invitando tutte le parti a resistere agli interessi politici a breve termine e ad agire in modo responsabile verso gli altri e nei confronti della società in generale”.
L’ultimo monito è alle chiese d’America, affinché “abbiano ancora di più il potere della saggezza e la forza per essere una guida durante questa crisi e sulla via della pace, della riconciliazione e della giustizia”, come ha dichiarato in questa nota il segretario generale ad interim del CEC, padre Ioan Sauca.

Ieri, come avevamo spiegato in quest’articolo, l’elezione del primo senatore del nero della Georgia, il pastore Raphael Warnock, della celebre Ebenezer Baptist Church di Atlanta. Che ha risposto a quanto stava accadendo citando in un tweet una massima del suo maestro, Martin Luther King: “In questo momento di disordini, violenza e rabbia, dobbiamo ricordare le parole del Dottor King, ‘L’oscurità non può scacciare le tenebre, solo la luce può farlo. L’odio non può scacciare l’odio, solo l’amore può farlo’. Cerchiamo di essere, ognuno di noi, una luce per vedere il nostro paese fuori da questo momento buio”.

Nelle stesse ore in cui a Washington scoppiava il caos, veniva ufficializzata la vittoria di un altro allievo di King, già collaboratore di un’altra icona dei diritti civili, John Lewis, il 33enne democratico Jon Ossoff.

Il Congresso americano, la cui seduta è ricominciata nella notte dopo le proteste, ha infine certificato l’elezione di Joe Biden come quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti. I parlamentari si sono espressi con 306 voti a 232 respingendo ricorsi di alcuni colleghi repubblicani rispetto all’esito della consultazione in Arizona e Pennsylvania. A rendere ufficiale l’elezione del democratico è stato il vicepresidente uscente Mike Pence, repubblicano.

Donald Trump – che nel frattempo è stato bandito da Twitter per 12 ore – in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca ha ribadito la sua posizione, dichiarando però che “law and order” verranno rispettate, da oggi e fino al giorno del giuramento e dell’insediamento di Biden: “Anche se sono totalmente in disaccordo con il risultato delle elezioni ci sarà una transizione ordinata verso il 20 gennaio”.

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