Sappiamo ancora riconoscere il male? Riflessioni sul male fra scienza, filosofia e teologia

Il 5, 6 e 7 maggio a Torino si tiene il convegno organizzato dal Centro culturale protestante. È possibile seguire i lavori in diretta, o anche in differita, sulla pagina FaceBook

Foto J W / Unsplash

Roma (NEV), 3 maggio 2022 – “Sappiamo ancora riconoscere il male? Riflessioni sul male fra scienza, filosofia e teologia”. Questo il titolo del convegno promosso e organizzato dal Centro culturale protestante di Torino. Appuntamento in presenza oppure in diretta FaceBook nelle giornate del 5, 6 e 7 maggio 2022.

Questo convegno sul tema del male nasce da un’intuizione del pastore Paolo Ribet, Presidente del Comitato scientifico del Centro culturale protestante di Torino. “Siamo partiti tre anni fa, nell’autunno del 2019, con un convegno simile intitolato Dire Dio oggi. Come si dice e si pensa Dio nelle società contemporanee – spiega Ribet, interpellato dall’Agenzia NEV –. Proseguendo nella riflessione è venuto quasi naturale pensare all’opposto di Dio, cioè al male. Tanto più che poi nel 2020 è iniziata la pandemia da covid. La guerra in Ucraina, ora, rende questo tema drammaticamente attuale”.

Il Comitato scientifico ha deciso di ampliare il discorso. “Il tema di Dio e il tema del male sono intrecciati – prosegue il pastore –. Sappiamo ancora riconoscere il male? Rimane un grande enigma. Il convegno non pretende di dare una risposta assoluta, ma cercherà di dare un contributo. Il male e il bene viaggiano insieme. L’idea del rispetto per l’altro, ad esempio, porta con sé l’idea che vada tutto bene, anche il male stesso. In qualche modo, alla fine, questo porta a un’incapacità di cogliere i distinguo etici e quindi anche all’impossibilità di avere prospettive per il futuro”.

Domande e riflessioni per capire le prospettive future

La riflessione su questo argomento viene da una sorta di “percorso di avvicinamento”, racconta ancora Ribet. Dagli incontri per i predicatori locali sul tema del peccato, in collaborazione con la Facoltà valdese di teologia. Agli studi biblici sulla figura di Giobbe. Sono tappe di una riflessione sulle angosce personali e collettive che coinvolgono profondamente la dimensione umana. Da poco, riferisce il pastore, è nato un coordinamento dei Centri culturali in chiave protestante e interdenominazionale, che coinvolge tra l’altro Torino, Milano, Bergamo, Firenze, Sondrio. Questi percorsi possono essere di stimolo per ulteriori approfondimenti.

“Ho l’impressione – conclude Paolo Ribet – che verrà toccata la questione attuale e lacerante della guerra. Come affrontiamo la questione del male, in generale, ci dice anche come affrontiamo il nostro futuro. Entro quale prospettiva gestiamo il problema ucraino? Dove vogliamo andare? Porre delle domande può aiutarci a comprendere le diverse prospettive”.

Il Centro culturale è direttamente impegnato nell’elaborazione. Fra i relatori, infatti, vi sono alcuni rappresentanti del Comitato scientifico, come ad esempio Peppino Ortoleva, docente di Scienze della Comunicazione, e Chiara Simonigh, docente di Media e cultura visuale, entrambi presso l’Università degli Studi di Torino. Inoltre, Daniele Garrone, docente di Antico Testamento della Facoltà valdese di teologia di Roma, nonché Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Garrone parlerà di “Come parlare del male senza semplificazioni, e senza litigare”.

Struttura del convegno

Si legge sulla locandina del convegno: “La prima sessione sarà dedicata a Il dolore. È il male che si manifesta come potenza estranea e nemica, oscura e poco intellegibile, che, come stiamo sperimentando – con la pandemia, con la guerra – ci aggredisce, ci invade, di fronte alla quale siamo spesso disarmati. La seconda sessione sarà dedicata a Il male e le religioni. Rappresentanti di alcune delle grandi religioni e specialisti nelle materie bibliche aiuteranno a chiarire la visione delle religioni su questo tema. La terza sessione sarà dedicata a La violenza. In questa sessione si intende esaminare il male di cui l’essere umano è direttamente responsabile, esaminando gli aspetti giuridici, politici ed economici delle disuguaglianze e delle ingiustizie, l’incombere della crisi ambientale, la violenza che, in modi sempre più pervasivi, viene esercitata tramite i media. La quarta sessione dal titolo Un male, molti mali, infiniti mali? tirerà le fila della discussione sintetizzando e organizzando le prospettive emerse”.

Il convegno potrà essere seguito on line sulla pagina FaceBook “Centro Culturale Protestante di Torino”. Gli atti del convegno saranno poi pubblicati sulla rivista Protestantesimo.

Scarica qui la locandina.


 

SINTESI DEL PROGRAMMA


Giovedì 5 maggio ore 14.30 -18.30

Il dolore

Relatori

  • Enzo Bianchi: L’enigma del male
  • Sergio Manna: Dio e il male: una prospettiva teologica
  • Peppino Ortoleva: Il male ovunque, il male invisibile
  • Paolo Vineis: Il Male si può prevenire

Introduce e modera: Paolo Ribet


Venerdì 6 maggio ore 9.30 – 12.30

Il male e le religioni

Relatori

  • Ariel Di Porto: Le declinazioni del male nella tradizione ebraica
  • Svamini Hamsananda Giri: Dharma e adharma. La finitudine del male
  • Eric Noffke: Ho visto Satana cadere dal cielo come un fulmine!» (Luca 10,18) Ma poi dov’è andato?
  • Fulvio Ferrario: Bye bye Augustine? Note sulla dottrina del peccato originale

Modera: Maria Bonafede


Venerdì 6 maggio ore 14.30 – 18.30

La violenza

Relatori

  • Chiara Simonigh: Il lato oscuro dello schermo. I media e l’esperienza del male
  • Gabriella Lettini: Male e Ingiuria morale
  • Christoph Wulf: The unintended evil in the anthropocene and attempts to deal with it
  • Giovanni Balcet: Mercato e potere: il male nell’economia

Modera: Mauro Belcastro


Sabato 7 maggio ore 9.30 – 12.30

Un male, molti mali, infiniti mali?

Relatori

  • Simona Forti: Che senso ha, oggi, parlare di male?
  • Claudio Ciancio: Rimozione e riconoscimento del male
  • Daniele Garrone: Come parlare del male senza semplificazioni, e senza litigare
  • Carlo Galli: Quale male per quale politica?

Modera e conclude: Federico Vercellone