FCEI, la parola ai consiglieri uscenti. Roberto Mellone

Tra pochi giorni scade il triennio di lavoro 2018-2021 della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). In quest’occasione vengono rinnovati gli organi della FCEI: il Presidente, il Consiglio e l’Assemblea. Inizia oggi una serie di testimonianze, con le voci dei consiglieri uscenti: la prima è quella del tesoriere FCEI uscente, Roberto Mellone

Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), triennio 2018/2021, immagine di archivio

Roma (NEV), 25 ottobre 2021 – In vista dell’Assemblea di fine mese, quando l’attuale Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) terminerà il suo mandato e verrà eletto un nuovo Consiglio e un nuovo presidente, abbiamo raccolto la testimonianza di servizio in questi anni di lavoro al Consiglio della Federazione, a coloro i quali, cioè, hanno guidato il cammino FCEI. Ai consiglieri e alle consigliere uscenti, quindi, abbiamo chiesto di raccontarci il passato, attraverso un bilancio dell’esperienza fatta, e uno sguardo verso il futuro.

Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), triennio 2018/2021, immagine di archivio

Il primo protagonista di questa serie di articoli è Roberto Mellone, tesoriere FCEI uscente.

Qual è il suo bilancio di questa esperienza?

“Bilancio senz’altro positivo. Sul piano strettamente personale e spirituale è stata un’esperienza davvero arricchente: per le tante persone conosciute nelle varie missioni, per aver potuto lavorare con sorelle e fratelli di altre denominazioni evangeliche, per aver dato un modesto ma spero utile contributo nelle attività della FCEI.

Sul piano più istituzionale, in questi sei anni (due mandati triennali), ho visto e contribuito allo sviluppo di numerose iniziative toccando con mano i tanti e diversificati settori di attività svolti dalla FCEI. Dalla formazione alla libertà religiosa, dall’area migranti al pronto intervento nelle emergenze umanitarie, dall’informazione giornalistica alla produzione radiotelevisiva.

Quello che fin dall’inizio mi ha molto aiutato è stato il clima in cui si sono svolti i lavori del nostro consiglio: collaborazione e fraternità che ci ha consentito di fare squadra e sviluppare la dialettica interna nelle migliori condizioni possibili.

La responsabilità di tesoriere mi ha anche dato l’opportunità di conoscere i meccanismi di funzionamento della macchina organizzativa della FCEI. Il primo anno, forse il più faticoso, è stato dedicato alla conoscenza dei punti deboli nell’amministrazione ed all’avvio di qualche riforma interna che negli anni successivi è stata poi perfezionata e messa a regime.

Ottime relazioni con il personale dipendente, in buona parte rinnovato nel corso del mandato, e con la cooperativa Martin Luther King nostro prezioso partner nelle missioni di Mediterranean Hope, il servizio per i migranti della FCEI”.

Che testimone si sente di lasciare a chi verrà dopo di lei?

“Al prossimo tesoriere mi sento di formulare i migliori auguri per un servizio che è impegnativo e di responsabilità. Supporto al personale e relazione stretta con il professionista esterno sono due strumenti chiave per far funzionare bene le cose. L’assetto finanziario e patrimoniale è quello di un ente efficiente e va consolidato con un lavoro di pianificazione e controllo che deve coinvolgere tutti i servizi della federazione.

Il nuovo consiglio dovrà anche approfondire i riflessi della riforma degli enti del terzo settore sulla vita della FCEI. Uno studio sui costi e benefici di una eventuale nostra adesione è stato già avviato e lasciamo in eredità una relazione tecnica della professionista che ci ha assistito fin qui.

Sul piano più generale, ai nuovi consiglieri ed al nuovo presidente, auguro di saper creare il positivo clima di lavoro che come ho detto nella mia esperienza è fondamentale per realizzare i nostri progetti. Con l’aiuto del Signore”.