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Linguaggio e stereotipi nel cinema

Roma (NEV), 2 dicembre 2024 – Dal 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne) al 10 dicembre 2024 (Giornata mondiale dei diritti umani), l’Agenzia NEV pubblica a puntate, una pagina al giorno, i contributi del Quaderno della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) “16 giorni per vincere la violenza”.

Tutte le puntate: 16 giorni contro la violenza sulle donne 2024 Archivi – Nev

Qui di seguito, la riflessione di Peter Ciaccio. Il commento biblico è a cura di Angelo Reginato.


Linguaggio e stereotipi nel cinema

Il cinema è la più efficace delle arti con cui l’essere umano riproduce la realtà, perché le sintetizza tutte. Tuttavia, c’è un limite: il punto di vista dell’autore. Il film è un mondo a sé, il cui creatore è una sorta di dio, più potente dell’Onnipotente. Le sue creature, infatti, non sono libere, ma in suo completo potere.

Pertanto è centrale la riflessione sullo sguardo, che è duplice: lo sguardo del regista-dio e quello del pubblico. Tale sguardo è spesso maschile: il famigerato male gaze. Se aggiungiamo che, per esser tale, il pubblico deve pagare, e che spesso la donna guadagna meno dell’uomo o addirittura niente, non è un caso che il female gaze sia meno presente nel cinema. Questo è un problema perché lo sguardo reifica e sottomette ciò che osserva.

Sessualità e violenza sono in cima alla lista delle cose viste e mostrate al cinema. È vero che il cinema può essere un “cattivo maestro”? O non fa altro che riprodurre modelli già attuali? Non può esserci una risposta definitiva.

È in netto aumento oggi la percentuale di film diretti da donne; molti di questi trattano di sessualità e violenza. Notiamo che le opere di francesi quali Coralie Fargeat (The Substance) e Julia Ducournau (Titane) siano pregne di sessualità e violenza: forse è perché la riflessione su violenza, sessualità e potere nel cinema in Francia non riguarda tanto lo schermo quanto il dietro le quinte, dove è un luogo di lavoro come altri e, per questo, sottoposto a dinamiche di potere e abuso.



VERSETTO

Gesù voltatosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna?» (Luca 7,44).

COMMENTO

Cosa vedi, quando guardi? Vedi delle categorie, entro le quali inquadri le persone? Cerchi conferma ai tuoi giudizi? Non pensare che siano gli altri ad avere difetti di sguardo, occhi di presunzione.

Simone, il fariseo, che con raro coraggio invita Gesù a casa sua, è persona sensibile e aperta al dialogo. Eppure persino lui, alla vista della donna che lava i piedi del Maestro con lacrime e profumi, pensa in cuor suo: «Costui, se fosse profeta, saprebbe che donna è questa che lo tocca; perché è una peccatrice». Del resto, i gesti della donna non tradivano la sua identità sbagliata? Per non parlare della fama che si era fatta. Simone vede confermata la sua idea e si stupisce che il profeta di Nazaret non sappia. Che fa Gesù?

Si volta verso la donna, la guarda e chiede al suo ospite: “vedi questa donna?”, la stai guardando? Prova a farlo insieme a me. Smetti di riferirti ai tuoi pregiudizi e inizia a guardare. Fino a scorgere che quello che ritenevi sbagliato in realtà è un amore sovrabbondante, donato con una fiducia che salva. Bisogna tornare a guardare fino a scorgere la fonte da cui scaturiscono i gesti. Se non giungi fino a lì, rimani cieco.

PREGHIERA

I nostri occhi sono pieni di immagini che proiettiamo sulla realtà.

Perdona la violenza del nostro sguardo incapace di vedere.

Liberaci dall’occhio cattivo che giudica e condanna.

Donaci quel collirio che ci consente

di avere il tuo stesso sguardo, o Signore.

Amen


DOMANDA per discutere

Il cinema fomenta la violenza o avverte della realtà della violenza? Il nostro modo di guardare è libero o condizionato?