Novi Sad (NEV), 5 giugno 2018 – “Vi ringraziamo per l’accoglienza che offrite ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che arrivano dal Medio Oriente. La vostra accoglienza ci tocca in profondità e vi invitiamo ad aprire porte ancora più grandi. Tuttavia, vi chiediamo soprattutto di lavorare affinché i cristiani rimangano in Medio Oriente”.
E’ questo “il messaggio che viene dall’Oriente”, lanciato ieri, 4 giugno, dalla libanese Souraya Bechealany, segretaria generale del Consiglio delle chiese del Medio Oriente (MECC), all’Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (KEK) in corso a Novi Sad (Serbia, 31 maggio – 5 agosto).
“Senza la presenza dei cristiani, o con una loro presenza ridimensionata, il Medio Oriente non sarà più lo stesso e perderà il suo senso di alterità – ha proseguito Bechealany -. In Medio Oriente noi cristiani non siamo degli ospiti, siamo a casa nostra e abbiamo preso parte alla costruzione delle società dei paesi in cui viviamo”.
Bechealany ha quindi parlato della situazione libanese: “L’ONU e l’Unione europea vogliono che il Libano accolga 2,5 milioni di profughi siriani e palestinesi a fronte di una popolazione totale di 4 milioni di persone. Noi siamo un paese indebitato, come possiamo far fronte a questa emergenza?”.
Se le chiese europee possono offrire aiuto a quelle mediorientali, è vero anche il contrario: “Possiamo aiutarvi a leggere e a costruire le modalità concrete di unità nella diversità nel vostro continente, dove oggi arrivano molti cristiani orientali e musulmani. Abbiamo le ‘istruzioni per l’uso’ di questa situazione per voi nuova”.
“Infine – ha concluso l’esponente mediorientale – non parlate al posto nostro, non pensate al posto nostro, non decidete per noi. Riflettiamo insieme, uniti nella Parola e nella testimonianza”. (lb)