Usa, le chiese chiedono la rimozione di Trump dalla carica di presidente

Una lettera aperta al vice presidente Mike Pence firmata da decine di rappresentanti delle chiese che fanno parte del Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti (NCC). La stessa richiesta di ricorrere al 25esimo emendamento arriverà oggi alla Camera Usa con una risoluzione dei democratici.

Roma (NEV), 11 gennaio 2021 – “Per il bene della nazione”, Trump non deve più essere presidente degli Stati Uniti. Lo chiedono in una lettera aperta al vice presidente Mike Pence decine di rappresentanti delle chiese che fanno parte del Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti (NCC).
“Crediamo sia giunto il momento per il presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump, di dimettersi immediatamente. Se non vuole dimettersi, la invitiamo”, hanno scritto pochi giorni fa rivolgendosi al vice presidente, “ad esercitare le opzioni previste dal nostro sistema democratico”. Ovvero il venticinquesimo emendamento, con il quale il governo statunitense può estromettere il presidente in determinate circostanze. La stessa richiesta dovrebbe oggi arrivare alla Camera con una risoluzione firmata dal deputato democratico Jamie Raskin.
Fondato nel 1950, il Consiglio nazionale delle Chiese di Cristo negli Stati Uniti (NCC) riunisce una comunità di 38 comunioni e oltre 40 milioni di persone di varie confessioni, incluse quelle protestanti, anglicane, ortodosse, evangeliche, afroamericane storiche. La lettera è firmata, tra gli altri, da Jim Winkler, segretario generale e presidente del Consiglio nazionale delle chiese (CEC), la vescova Elizabeth Eaton della Chiesa evangelica luterana, esponenti delle chiese metodiste e riformate degli Usa, il pastore James Herbert Nelson II, della Chiesa presbiteriana.

Intanto, ieri, domenica 10 gennaio, un altro pastore protestante, il neo senatore Raphael Warnock ha tenuto il suo primo sermone da quanto è stato eletto, presso la celebre  Ebenezer Baptist Church, che fu la chiesa di Martin Luther King.

“Proprio mentre stavamo per indossare le nostre scarpe dei giorni di festa, il lato negativo della nostra storia – la nostra grande e grandiosa storia americana – ha iniziato ad emergere e abbiamo visto la rozzezza, l’ira, la mancanza di rispetto e la violenza irrompere nella casa del popolo, con bandiere, segni e simboli confederati, di un vecchio ordine mondiale ormai scomparso “, ha detto Warnock, secondo quanto riporta il sito di NBCNews. 

Quanto alle persone che hanno fatto irruzione a Capitol Hill, per il pastore battista “Non erano manifestanti, erano rivoltosi, hanno devastato la casa del popolo e sono stati trattati coi guanti. Impossibile non contrapporre questa reazione a quella nei confronti di chi questa estate rispose alla morte di George Floyd e Breonna Taylor, persone che si sono mobilitate in una lotta pacifica e non violenta, e sono state invece accolte con la forza bruta”.


Per approfondire il contesto delle chiese Usa: qui la scheda di Luca Baratto sulle differenze tra protestanti, evangelici ed evangelicals. 

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